martedì 4 aprile 2017

Mi basta che sia più profondo di me: Andrea di Fabrizio DeAndrè

Bentrovati e ritrovati a tutti. Chi mi conosce personalmente sa bene che livelli assurdi raggiunga la mia passione per la vita e l'opera di Fabrizio DeAndrè, non poteva perciò passare tanto tempo prima che dedicassi un post a una delle sue canzoni.
Ho scelto Andrea perchè è una delle mie preferite della sua "fase folk", ma sopratutto perchè ha un sacco di parti interessanti e pure semplici da suonare per un chitarrista.
Questo è un capolavoro, altro che battutine!
Il pezzo è inserito in Rimini (1978), nono album in studio del cantautore, e porta la firma di Massimo Bubola come co-autore; il contributo di questo grande artista si riflette nello stile molto folkeggiante del brano affine a tanti suoi lavori, basti pensare a Il Cielo d'Irlanda scritta per la Mannoia molti anni dopo. 
Quando c'è di mezzo DeAndrè il discorso si allarga sempre oltre i confini della musica, si sa, per cui non resisto alla tentazione di citare le sue stesse parole al riguardo del tema piuttosto ardito per l'epoca in cui è stata scritta la canzone: 

« Questa canzone la dedichiamo a quelli che Platone chiamava, in modo addirittura poetico, i "figli della luna"; quelle persone che noi continuiamo a chiamare gay oppure, per una strana forma di compiacimento, diversi, se non addirittura culi. Ecco, mi fa piacere cantare questa canzone, che per altro è stata scritta per loro una dozzina di anni fa, così a luci accese, anche a dimostrare che oggi, almeno in Europa, si può essere semplicemente se stessi senza più bisogno di vergognarsene. »

Ma veniamo alle questioni chitarristiche: anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un pezzo in cui le chitarre acustiche portano sulle spalle tutta la struttura, anche se piano piano si innesta nel brano una sezione ritmica tipicamente folk-rock di basso e batteria. Il brano da ascoltare lo trovate di là, che qui non posso incorporare il video... ormai che ve lo dico a fare!? Se c'è fra i lettori un'anima pia che mi spiega come posso aggirare il problema ho una tonnellata di gratitudine da elargire.
Nella trascrizione mi sono soffermato in particolare sulla chitarra acustica principale, quella panpottata (leggi=spostata) a sinistra, e sulla parte solista dell'interludio strumentale di cui però parleremo dopo.
La prima chitarra suona, tenendo gli ottavi, una parte ritmicamente molto omogenea accentando a volte i battere del terzo e quarto movimento; ho inserito anche qui una nota con la testa a "x" nel pattern a indicare, come nel brano degli One Republic, una pettrata stoppata ma stavolta con la mano destra.
Gli accordi, da bravi musicisti folk (leggi=rozzi), sono veramente elementari, con una sequenza armonica onnipresente nel folk e nel rock (V - IV - I, sì sto parlando con te Sweet Home Alabama).
Quanto alla parte solista, non c'è molto da dire se non che l'ho trascritta semplificando il più possibile dal punto di vista ritmico, ed è bene suonarla in maniera più elastica; l'unica difficoltà sta nel tremolo sulle note lunghe (che si può tranquillamente evitare però).

Tutto bellissimo, ma chi avevano come grafico?
Fra i file da scaricare stavolta troverete due PDF, uno in partitura e uno con la parte dell'acustica separata che così viene più leggibile; come sempre c'è anche il file Musescore del quale potete fare ciò che volete. A proposito, sia ben chiaro che brani a richiesta e soprattutto correzioni sono ben accetti e graditissimi! 
Ci aggiorniamo, buona musica a tutti.


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