sabato 16 dicembre 2017

The Irish Corner: Whiskey In The Jar

Cari amici, torniamo per la seconda volta (ve la ricordate la prima?) nell'Isola di Smeraldo per parlare di un brano che personalmente amo alla follia, e che farà fare una gran bella ginnastica alla mano destra dei vostri padawan; mi riferisco ovviamente alla tradizionalissima Whiskey In The Jar.

L'immagine non c'entra nulla eppure è stranamente appropriata

C'erano una volta una ragazza e un ragazzo, offensivamente giovani, che avevano trovato l'una nell'altro corrispondenza d'amororsi sensi e perfino di passioni (si parla di musica, zozzoni). Era inevitabile perciò che i due, compagni per la vita, formassero anche un'affiatata coppia musicale a patto di non fare mai le prove che inevitabilmente degeneravano in discussioni apocalittiche. Fu così che nacque ormai dieci anni fa il duo On The Mend. Nel link, se vi fa piacere, troverete ogni informazione su questa bella avventura; su questa pagina ci basterà invece rammentare come il brano di cui parliamo oggi sia diventato negli anni uno dei nostri pezzi forti, dal sicuro successo in qualsiasi contesto. Per questo motivo, con un pizzico di immodestia, ho deciso di proporre fra le mille e mille versioni che esistono di questa canzone quella registrata da noialtri nel lontano duemilaennove, evvualà:

Offensivamente giovani, si diceva. In ogni modo, prima di analizzare rapidamente la parte di chitarra giova ricordare che di questo traditional esistono innumerevoli versioni fra le quali spicca quella dei Dubliners che per primi l'hanno imposta all'attenzione del pubblico internazionale come una delle loro canzoni più rappresentative. Mi fa piacere anche ricordare la versione rockettara dei Thin Lizzy, ripresa in anni recenti da quei mattacchioni dei Metallica (che ora mi faranno causa per aver usato il loro nome senza pagare le royalties).
Il titolo di lavorazione era "sobrietà"


vi propongo oggi una trascrizione relativamente fedele di quello che combina il sottoscritto quando esegue questo brano; ho preferito fornire una versione semplificata dell'accompagnamento visto che, suonando da solo senza sezione ritmica, in genere mi prendo un sacco di libertà inserendo una serie infnita di variazioni che avrebbero reso inutilmente faticosa la lettura.
Si comincia con un'intro che riprende l'idea della frase con cui aprono i Dubliners e che ho "scippato" al violino di Valentina, poi dopo due misure di "riscaldamento" comincia la struttura verse-chorus che non sarà mai più abbandonata fino alla coda che altro non è che una ripetizione del chorus.
Come sempre accade in questo genere di musica il lavoro sporco è tutto della mano destra, il che rende questo brano (o meglio questa versione del brano) un ottimo esercizio per la "mira" con il plettro.
Come d'abitudine, qua sotto trovate i file e una splendida sezione commenti nuova nuova, chè non l'abbiamo praticamente mai usata!

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Musescore

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