lunedì 4 dicembre 2017

I Ggggiovani Drogantesi: The Needle And The Damage Done di Neil Young

Buon inizio settimana, amici miei. Visto che è lunedì ho deciso di dare una bella carica di gioia e di ottimismo con il brano di oggi: si tratta di un classico del modern folk anni '70 che ci fa fare un bel tuffo nella devastazione, morte e disperazione che sono conseguenza della dipendenza da eroina! Il tutto con la cortese collaborazione del buon Neil Young con la sua The Needle And The Damage Done.
Ammirate un'antica pittura rupestre risalente a quando si indossavano camicie a quadri da boscaiolo NON ironicamente

C'era una volta un giovine appassionato di musica, non ancora studente, che aveva una sorella maggiore anche lei appassionata di musica. Questa sorella aveva due amici che suonavano in un tipico complessino da giovani appassionati di musica (però col nome ganzissimo: Poi Te Lo Rendo perchè avevano iniziato a suonare con strumenti imprestati). I due, chitarristi come sarebbe poi diventato il giovine (con la "i"), una volta realizzarono una delle ormai famose cassettine con una serie di cover unplugged registrate da loro con strumenti oggi antiquati, che però allora parevano meravigliosi portenti tecnologici. Il giovine, affascinato da tutto quel procedimento che nella sua testa era destinato solo ai "musicisti famosi", se la ascoltò e riascoltò più di una volta. Fra le varie canzoni che scelsero Federico e Marco c'era questa, che non so bene per quale motivo mi colpì molto all'epoca e per anni me la sono portata dietro senza neanche sapere chi fosse l'autore, dato che Neil non è mai rientrato fra i miei songwriter preferiti.
The Needle And The Damage Done è tratta da Harvest, quarto album in studio del cantautore canadese e disco di grandissimo successo (best selling album negli USA nell'anno di uscita 1972) anche grazie ad un parterre di ospiti strepitoso (fra cui i vecchi compagni di avventure Crosby, Stills e Nash più Linda Ronstadt e James Taylor, tanto per dire).
Curiosamente nel disco venne inserita una versione live del brano, che fu scritto da Young dopo aver assistito alla morte per overdose di molti colleghi ed amici (ricordate no, il discorso sulla joie de vivre del lunedì!?); si tratta di un'esecuzione semplicissima con l'organico ridotto alla sola voce di Young che si accompagna con la chitarra nella migliore tradizione dei cantautori folk dell'epoca.
Il volto di un uomo che ha dimenticato, negli anni, come ci si pettina
Il brano (di cui si trovano innumerevoli versioni dello stesso autore e cover di molti altri) ha un andamento ritmico shuffle che è molto ripetitivo, motivo per cui ho deciso di non indicare le plettrate (che sono sempre alternate e di adottare comunque la scrittura binaria per non appesantire la lettura. Ascoltiamo un po' di cosa si tratta:

Come avete potuto sentire, il brano ha un'unica struttura che si ripete con alcune variazioni a seconda che si tratti dell'interludio strumentale o della strofa che si ripetono con lo schema A B B; tecnicamente non è un pezzo semplicissimo che mi sentirei di collocare in un livello intermedio. Può essere un brano interessante anche per i vostri studenti interessati alla chitarra fingerstyle utilizzando il flatpicking anzichè la plettrata alternata.
Come sempre, ecco i file a vostra disposizione. Vi ricordo che qualsiasi commento, anche il più inintelligibile, è il benvenuto!

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