martedì 28 aprile 2020

I Want To Break Free 2: le DAW

Benritrovati! Riprendiamo il discorso sul software audio gratuito con un post di sicuro interesse anche per i principianti (o almeno spero). Si parla infatti di Digital Audio Workstations (DAW) ovvero di quei software che costituiscono l'ambiente di lavoro principale per fare musica al pc.

Una breve introduzione per chi è a digiuno di informatica musicale: una DAW è fra i software il più cruciale per la produzione audio, tanto che esistono delle vere e proprie guerre di religione in ambito professionale che vanno avanti ormai da decenni (stile Windows vs Apple ma ancora più noiose e meno comprensibili); una buona DAW costituisce il centro dello “studio virtuale” e consente di registrare tracce audio, programmare o registrare tracce MIDI che utilizzano i timbri messi a disposizione dai vari virtual instruments, tagliare e cucire scegliendo le parti migliori, mixare il tutto con l’utilizzo di processori di segnale digitali (detti plugins) e creare il cosiddetto “bounce” o “mixdown” del proprio brano musicale.


Nel corso del tempo alcuni nomi si sono imposti a livello professionale come i principali contendenti, primo fra tutti l’arcinoto Pro Tools seguito a breve distanza da altri come Cubase, Logic Pro, Ableton Live e molti altri validi concorrenti che si sfidano ormai a colpi di funzioni talmente esoteriche che la maggior parte degli utenti “normali” probabilmente non scoverebbe neanche.
Per il nostro discorso invece andremo a scoprire cosa offre il mondo del software gratuito in questo campo, e vi garantisco che potreste avere delle sorprese! È importante che vi avverta che non è un elenco esaustivo, perché ho voluto inserire solo software che in qualche modo ho potuto provare di persona; ciò detto, apriamo le danze: ecco una bella listona delle mie DAW gratuite preferite con annessi dei pro e contro (lo so che lo fanno tutti ma effettivamente sembra una cosa utile). Ho inserito un ulteriore parametro di valutazione chiamato Coefficiente di Repulsione (CR) che è basato su criteri totalmente arbitrarî: il livello 1 significa che ho portato personalmente a buon fine diversi progetti utilizzando quell’applicazione, il livello 2 che ne ho completato almeno uno, il livello 3 che ci ho provato ma poi ho optato per altri lidi, il livello 4 che per qualche motivo io e questo software ci odiamo.





Anche se qualcuno ritiene che non si possa parlare propriamente di software gratuito nel caso di GarageBand, dato che il suo utilizzo è limitato al mondo Apple, di fatto viene regalato con l'acquisto di un qualsiasi prodotto Apple (che costano una sassata, siamo d’accordo) quindi lo inserisco di diritto nella categoria. Si tratta di una DAW dalla facilità di utilizzo incredibile, ricca di strumenti virtuali e di loop audio/MIDI dalla qualità altalenante ma sempre usabili, in qualche caso ottimi; sono presenti numerosi preset per le tracce audio e tante funzioni pensate per facilitare la scrittura, prima fra tutte la traccia "drummer". Le funzioni di editing purtroppo, per i miei gusti, sono molto limitate ma ciò non impedisce di lavorare e probabilmente rende il tutto più a portata di principiante.
PRO facilità di utilizzo; un sacco di strumenti virtuali, loop e plugin; traccia “drummer” per creare parti di batteria o percussioni in 10 secondi; zero problemi di stabilità; flusso di lavoro costante fra pc e dispositivi mobili attraverso iCloud
CONTRO limitata al costosissimo mondo della mela morsicata; funzioni di editing non proprio brillanti; poche funzioni avanzate degne di questo nome; assenza di finestra mixer
CR 1







Si tratta di un applicativo relativamente giovane (la versione pro se non erro è alla sua 4ª iterazione) che si è imposto sul mercato grazie ad un approccio solido, adeguatamente bilanciato fra innovazione e piccole vecchie sicurezze di una volta. Si basa sul principio della finestra singola, per non dover impazzire fra schermate multiple, e fa affidamento su un flusso di lavoro basato sul drag&drop che risulta molto intuitivo ed efficiente.
La versione gratuita di chiama Studio One Prime e personalmente lo trovo un buon software dotato di alcune delle ottime funzioni di editing dei fratelli maggiori e di una selezione essenziale di plugin di alta qualità.
Purtroppo l’impossibilità di caricare plugin di terze parti e il limite di 2 canali audio fisici lo rendono estremamente limitato. A mio avviso si tratta di software pensato per chi vuole prendere confidenza con il flusso di lavoro di Studio One nell’ottica di acquistare poi una delle due versioni a pagamento: è molto improbabile che a un certo punto del vostro percorso non vi sentiate in qualche modo limitati dalle sue restrizioni.
PRO flusso di lavoro ottimale; super stabile; funzioni di editing avanzate; plugin di alto livello (ma pochi); browser multifunzione incredibilmente comodo
CONTRO pochi loop e strumenti virtuali; non si possono usare plugin di terze parti; limite di due in/out fisici; richiede registrazione
CR 2





Si tratta di un software molto meno noto dei precedenti, che ha saputo conquistarsi però una fetta di pubblico grazie al sodalizio con Behringer, MAckie e Roli che distribuiscono una speciale versione OEM del programma in bundle con alcuni dei loro prodotti.
È un’applicazione che ha un approccio che definirei ibrido, con alcuni elementi che ricordano Live e altri che rimandano alle DAW più “classiche”; ha la particolarità di funzionare anche su Raspberry PI il che la rende in qualche modo una DAW portatile.
Ammetto di non esserne troppo pratico, anche perché ho usato qualche volta solo la versione precedente chiamata Tracktion 7 (in bundle col mio X18); di quella ho apprezzato una curva di apprendimento abbastanza bassa e alcune soluzioni interessanti tipo la possibilità di assegnare un LFO praticamente a qualsiasi parametro con pochi click. Si basa sul principio che ogni traccia può essere qualsiasi cosa (audio, MIDI, mandata effetti, quello che vi pare) che da una parte mi affascina molto ma che non riesco mai ad apprezzare fino in fondo.
Ho appena scaricato la nuova versione free e se siete interessati fatemelo sapere qua sotto, potrei parlarne in un post dedicato.
PRO super leggero sulla CPU; funzioni di editing avanzate; supporto di plugin di terze parti; piuttosto intuitivo; flusso di lavoro flessibile; funziona su ogni piattaforma; plugin sandboxing: se un plugin va in crash non blocca il software; versione pro molto economica, fare l’upgrade non vi manderà falliti
CONTRO veste grafica discutibile; pochi plugin e virtual instruments in dotazione (ma si può rimediare col supporto di terze parti); richiede registrazione
CR 2


  • Ardour (OSX, Windows, Linux)




Il glorioso Ardour è stata forse la prima vera DAW programmata per ambienti Linux e poi esportata nel mondo “esterno”; si tratta di un applicativo open source che tecnicamente non è gratuito, ma per avere la versione precompilata è sufficiente il pagamento anche solo di 1 dollaro e, se ne avete le capacità, potete scaricare e compilare da voi il codice sorgente senza spendere un centesimo.
Se all’inizio (più di 10 anni fa) lo sforzo di dare al mondo Linux una DAW degna di questo nome era apprezzato al di là dei risultati effettivi (piuttosto carenti) oggi Ardour è un programma maturo tant’è che è stato utilizzato come base per sviluppare Mixbus, una DAW molto particolare (e interessante) commercializzata dal produttore di mixer audio hi-end Harrison.
PRO open source; funziona alla grande in ambiente Linux; pochissimo avido di risorse;
CONTRO non ho niente di obiettivo da dire, con questa DAW non riesco proprio ad entrare in sintonia per mille motivi per cui non l'ho mai usata per più di qualche minuto
CR 4





Ci troviamo di fronte ad una piccola forzatura perché lavorando da tempo in ambiente mac non ho mai potuto provare questa DAW, che gira solo su Windows. Ho di recente installato Win 10 su una partizione bootcamp e l'ho scaricato, quindi anche in questo caso fatevi sentire se volete un post dedicato più avanti.
Non potevo esimermi tuttavia dal nominare questo software perché si tratta di un caso più unico che raro: abbiamo a disposizione infatti una DAW originariamente a pagamento (e non costava neanche poco) che viene adesso distribuita gratuitamente, la ben nota Cakewalk Sonar.
La storia narra che, dopo la chiusura da parte di Gibson Brands della Cakewalk originaria, la società BandLab ne ha acquistato le license per redistribuire Sonar all'interno del suo ecosistema di prodotti in stile "social network" per l'audio.
Si tratta di un'occasione irripetibile per mettere le mani a costo zero su un prodotto maturo dalla solida reputazione, arrivato ormai a più di 30 anni di onorata carriera, quindi non posso che consigliare a chi lavora in ambiente Windows di provarlo anche se per adesso non posso dirvi di più!
Unico appunto, è necessaria la registrazione e il download del software BandLab Assistant.


  • Menzione Speciale: Reaper (OSX, Windows, Linux)



Tanto per sgombrare il campo da eventuali dubbi, Reaper NON è un software gratuito; figura però in questa lista per alcuni buoni motivi.
Il primo è che Cockos, lo sviluppatore, permette di scaricarne e installarne la versione completa senza limitazioni nè obbligo di registrazione. Dopo un lasso di tempo di 60 giorni si dovrebbe procedere con l'acquisto di una licenza scegliendo una delle due opzioni disponibili; la licenza scontata costa una miseria (60 dollari) ed è a disposizione di persone fisiche, aziende con fatturato inferiore a 20.000 $/anno, scuole, docenti e studenti. Badate bene che la licenza scontata non comporta alcuna limitazione alle potenzialità del software e il tutto si regge sul sistema della parola d'onore perchè la versione di prova non smetterà di funzionare dopo il termine!
Già solo per questo il team Cockos si meriterebbe quei 60 dollari, ma oltretutto Reaper è una delle DAW più complete e allo stesso tempo leggere sul mercato; offre una profondità di customizzazione incredibile e gode del valore aggiunto di una comunità di utenti dedicatissima e super disponibile ad aiutare chi si trovasse in difficoltà con l'utilizzo del programma.
Nella sezione Resources sono presenti inoltre tutta una serie di estensioni, temi grafici e add-ons che offrono la possibilità di personalizzare ancora più a fondo il software.
PRO possibilità di personalizzazione pressochè infinite; stabile come una roccia; base di utenti collaborativa e molto attiva; un sacco di plugin in dotazione; una quantità sterminata di funzioni;
CONTRO rischiate di passare più tempo a personalizzare il software che a usarlo; nessuno strumento virtuale incluso; veste grafica non entusiasmante (anche se i temi disponibili in rete possono essere una soluzione); non dà il meglio di sè in ambiente mac
CR 2





10 commenti:

  1. Grazie Daniele di questo bell’articolo! Ho una domanda visto che mi trovo ad un bivio: non ho mai avuto una DAW professionale sul mio Mac e fino ad ora ho lavorato con GarageBand con soddisfazione ma vorrei fare il fatidico passo...che faccio mi lancio verso Logic o verso Reaper? Grazie ❤️

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    1. Ciao cara, grazie mille a te! La domanda è delicatissima... se dovessi sbilanciarmi, considerando tutto, ti direi che Logic nel tuo caso è la scelta migliore. Prima di decidere puoi scaricare Reaper e vedere un po’ come ti ci trovi, magari le cose che a me non piacciono a te non danno fastidio.
      Secondo me su OSX Logic viaggia a un altro livello e soprattutto (mio modestissimo parere) Reaper è più adatto a chi ha un’indole molto smanettona. Valuterei, fossi in te, anche Studio One che si integra alla grande con Notion, sono due ottimi programmi anche loro.

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  2. Grazie mille degli ottimi suggerimenti👍Analizzerò i vari fattori e ti farò sapere 👍

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  3. Ciao Daniele. Quindi un possibile daw per me che ho windows e non sono assolutamente troppo smanettone, potrebbe essere Cakewalk? Hai avuto modo di lavorarci in questi giorni? Nel caso sarò felice di leggere approfondimenti!

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  4. Ho anche un'altra domanda: anche Reaper sembra piuttosto interessante. Hai scritto però "rischiate di passare più tempo a personalizzare il software che a usarlo": cosa intendi? Dopo hai aggiunto "nessuno strumento virtuale incluso": intendi simulatori di batterie, tastiere, etc? Questo ti obbliga a installarne di esterni al programma, si può fare? Sai se il risultato è buono? Grazie ancora.

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    1. Vado con ordine e con metodo :)
      1. Cakewalk lo sto provando e sembra molto interessante, sicuramente adatto alle tue esigenze
      2. Reaper ha un livello di personalizzazione fuori di testa (puoi cambiare anche il font del ruler dove sono segnati i numeri delle battute!) per cui uno che magari è abituato a lavorare con altri software rischia di passare il tempo a cercare di ricreare l’esperienza di utilizzo di quei programmi su Reaper; da lì infilarsi nel tunnel della personalizzazione estrema e dimenticare che si stava lavorando a un brano è un attimo (esperienza personale).
      3. Sì, non ci sono strumenti virtuali di nessun genere a parte un synth molto molto elementare però puoi usare qualsiasi tipo di plugin di terze parti senza il minimo problema. Già dal prossimo post parlerò un po’ di strumenti virtuali freeware. La cosa più importante da tenere a mente è che Reaper ha un costo, anche se basso mentre Cakewalk è gratuito (anche se devi loggare su Bandlab quindi venderanno i tuoi dati come sempre).

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    2. Capito.
      Ho letto in merito al costo di Reaper e mi sembra di capire che ne vale la pena, visto anche l'investimento contenuto. Trovo anche io superflua la possibilità eccessiva di personalizzare l'interfaccia!
      Per quanto riguarda Cakewalk mi hai scritto che pensi sia adatto a me. Anche io però trovo un po' fastidioso questo discorso "ti devi loggare su Bandlab quindi venderanno i tuoi dati come sempre", ma cosa comporta?

      Grazie inifite per tua disponibilità e chiarezza nelle spiegazioni!!!

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    3. Ciao Antonio, scusa il ritardo nella risposta. Per farla piùbreve possibile (semplificando un po') Reaper e Cakewalk incarnano in questo momento due mondi contrapposti; il primo è un software portato avanti con sacrifici e impegno disumano da un minuscolo sviluppatore, ed è cresciuto a livelli incredibili grazie alla dedizione di una comunità di utenti molto coesa e collaborativa. Il secondo è frutto di strategie di marketing all'avanguardia ed è gratis nel senso moderno del termine: non paghi nulla perchè Bandlab guadagna milioni usando i tuoi dati.
      Non sto qui a dire cosa sia meglio o peggio (uso Google, Facebbok e mille altri servizi quindi non sono senza peccato) ma dal punto di vista "filosofico" le cose stano così.
      Dal punto di vista pratico Cakewalk è un po' più semplice da usare ma dopo averlo provato un po' direi che se puoi spendere quei 60,00€ Reaper vince.

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    4. Chiarissimo. Grazie mille. 🤘

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  5. Buonasera Daniele! Ho installato Reaper e sto iniziando a guardarci.
    Vinta la mia personalissima e ingiustificata paura iniziale nell'affrontare il nuovo programma, sembra in effetti abbastanza intuitivo almeno per me che sono decisamente autodidatta, come sai!
    Spero a breve di imparare a gestirlo per bene, in modo da implementare con librerie di suoni, batterie, strumenti virtuali esterni, etc.

    Grazie del suggerimento.

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