Nothing Man è un pezzo al quale sono parecchio affezionato: quando da ragazzino andavo a vedere le prove della band di mia sorella quel mondo lì, fatto di batterie scalcagnate, chitarre e amplificatori a volume troppo alto, lo sentivo già parte di me; era una sensazione bellissima, era come vedere il proprio futuro realizzarsi all'istante davanti agli occhi, e Nothing Man era una delle canzoni che quei ragazzi suonavano più spesso e quindi mi è rimasta dentro per tutti questi anni.
Inserita nel terzo disco in studio della band, Vitalogy (1994), la canzone è stata scritta dal bassista Jeff Ament con testi di Eddie Vedder; a più riprese i membri del gruppo hanno ribadito che è stato un pezzo scritto e suonato in maniera molto spontanea, quasi "al volo", e se vogliamo proprio dirla tutta a risentire certe stonaturine viene da credergli. Non si riesce proprio a trovare una versione in studio incorporabile su youtube, perciò vi incorporo una versione live (suonata con l'acustica, ma vabbè).
La chitarra elettrica pulita suona un pattern in strumming quasi "da acustica", scelta sonora che ritorna spesso in molti dei brani più morbidi del gruppo di Seattle; in effetti il pezzo funziona alla grande anche con l'acustica. Il motivo di interesse principale, secondo me, è dato dall'uso costante di posizioni aperte che da una parte eliminano la necessità di barrè (e così l'abbiamo sfangata ancora una volta) e dall'altra funzionano sempre dal punto di vista sonoro.
Maledetti! Neanche uno spunto per una battutina piccola piccola |
Il Mi maggiore non ha nulla di particolare, mentre il C#m7 e il Bsus4 vengono suonati con la diteggiatura del power chord (accordo di quinta da dopo la brexit) lasciando suonare la prima e la seconda corda a vuoto.
C#m7 Bsus4 |
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