mercoledì 24 maggio 2017

The Irish Corner: Dirty Old Town nella versione dei Pogues

Amici carissimi, manco da molto tempo lo so... tuttavia ho una validissima scusa: la settimana scorsa ho avuto in rapida successione l'esordio ufficiale della nuovissima formazione dei miei Beer 'O Clock e la partecipazione col grande Alessio Santacroce ai Livorno Music Awards (in veste, pensate un po', di bassista) sul palco prestigioso del The Cage di Livorno e quindi ho la coscienza relativamente pulita. Per farmi perdonare oggi inauguriamo una rubrica nuova di zecca che va a esplorare il repertorio a me molto caro della musica irlandese vecchia e nuova, e quale migliore occasione per parlarvi dei Pogues che sono una delle mie band preferite!?

Spaventiamo i bambini sugli effetti dell'alcool dal 1982!
C'era una volta un giovanotto, liceale di belle speranze, innamorato della musica già da tempo che come tanti altri coetanei tentava di cimentarsi nella formazione di una band con cui sfogare le smanie che il rocchenròll infondeva in lui; fu uno dei compagni di quelle raffazzonate avventure, il bassista Nicola, a farlo incontrare per puro caso con l'amore della sua vita. Durante un lungo e noioso viaggio in pullman di rientro da una gita scolastica; il suddetto Nicola, pusher incontrastato di CD concernenti tutto lo scibile metallaro disponibile all'umaintà, gli passò un album di tali Geasa che erano una band del tutto trascurabile di black metal proveniente dall'Irlanda; pur di non subire le ripetute proiezioni di Titanic che le compagne di classe imponevano all'autista, il vostro decise che andavano bene pure i Geasa. Dopo non mi ricordo quante tracce del metal più brutto e inutile che possiate immaginare, BAM! Parte una canzone chiamata Spansill Hill, talmente bella che persino l'arrangiamento orribile e la voce addiacciante del cantante non riescono a sciuparla.
Per farla breve, son passati poco meno di due decenni e sono ancora qua a suonare, cantare e innamorarmi ogni volta della musica irish in tutte le sue forme.
Dividere il cachet dei concerti doveva essere un incubo...

Ma veniamo senza altre chiacchiere ai nostri eroi del giorno: formati nel 1982, i Pogues sono riconosciuti da molti (me compreso) come una delle band, se non LA band, seminali nella creazione di quel fortunato filone musicale che va sotto il nome di Irish Punk; sono stati infatti fra i primi a mescolare una sezione ritmica moderna di basso, batteria e chitarra con un ensemble tradizionalmente irlandese fatto di tin whistle, fisarmonica, banjo, mandolino e fiddle; il tutto venne condito con abbondanti dosi di politica e un nome che era nient'altro che l'abbreviazione della locuzione gaelica con cui si invita il prossimo a baciarci il culo. Anche se mancava la chitarra elettrica, ascoltando i loro lavori si intuisce quanto devono loro gruppi come i Floggin' Molly e Dropkick Murphys.
Il brano che vi presento oggi fa parte del loro secondo album Rum Sodomy & The Lash, lavoro che li consacrò al grande pubblico anche grazie all'ottima produzione di Elvis Costello. Si tratta di una canzone scritta alla fine degli anni 40 dal folksinger inglese Ewan MacColl e ripresa come era allora d'abitudine da molti artisti, compresi i Dubliners che la fecero conoscere al pubblico irlandese. Tuttavia, come già abbiamo visto accadere con gli Animals, i Pogues rubarono letteralmente il brano a tutti quanti incidendone la "versione definitiva". 



Si tratta di una semplice ballad che, in perfetto stile folk, non si azzarda ad adoperare più di quattro o cinque accordi, primo-quarto-quinto e un sesto giusto per gradire. La chitarra, affogata in tutto quel marasma di strumenti, se ne sta buona buona in un angolo a fare il suo tùn-ciàca tùn-ciàca senza dar fastidio a nessuno; questo rende il brano perfetto per i principianti anche alle primissime armi, data anche l'assenza di barrè. La necessità di cantarla e suonarla in preda ai fumi dell'alcool sarà omessa dall'insegnante scrupoloso, che lascerà che il giovane studente scopra da sè questo aspetto della musica irlandese al fine di evitare noiose conversazioni con la questura.
Tornano i files a fondo post, torno presto anch'io su questi schermi se il mio successo planetario non si mette ancora una volta di mezzo, buona musica!

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